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Cronaca

Minucci truffato da una ‘principessa araba’: il patron del Siena Basket raggirato per una cifra monstre

Minucci truffato da una ‘principessa araba’: il patron del Siena Basket raggirato per una cifra monstre. Ferdinando Minucci, il proprietario del Siena Basket, è caduto nella trappola di una truffatrice. Una beffa che gli è costata un danno di 140.000 euro, una cifra che Minucci stesso ha calcolato sommando i versamenti che ha effettuato a favore di chi lo ha ingannato.

Il destino di questa vicenda sarà deciso dal Tribunale di Firenze, ma per il momento si è svolta solo la prima udienza, durante la quale sono emersi molti colpi di scena che coinvolgono uno dei dirigenti più rinomati nella storia recente del basket italiano, ex dirigente della Mens Sana di Siena. Prima di affondare il club e se stesso, Minucci è stato condannato a 4 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta e associazione a delinquere.

Nel 2020, Minucci viene avvicinato da una donna con cui frequenta un centro olistico a Colle Val d’Elsa, in provincia di Siena. Nasce una relazione sentimentale e da lì iniziano le confidenze e i racconti, tra cui episodi di violenza da parte del padre e dei fratelli della donna. La donna si presenta come la principessa Amira Fabiani Al Saud, di madre italiana, fuggita dall’Arabia Saudita per ricostruirsi una nuova vita.

La farsa termina nell’estate del 2021

Amira racconta di vivere in Italia presso sua cugina, Silvia Lombardi, che poi si scoprirà essere il vero nome della truffatrice. Quest’ultima era già nota alle forze dell’ordine e nel 2017 era stata condannata a quattro anni di reclusione per frode finanziaria ai danni di alcune banche.

Durante l’udienza, un tenente della Guardia di Finanza di Firenze ha riportato questa testimonianza. La donna racconta a Minucci delle difficoltà economiche della sua cugina e tra il 2020 e il 2021, Minucci effettua bonifici per un totale di 140.000 euro. Questi soldi erano principalmente destinati all’acquisto dei diritti di un libro con cui Amira intendeva raccontare la sua storia, oltre a regali e altre donazioni finalizzate in parte a sostenere un processo in Arabia Saudita contro i familiari di Amira.

Come riporta ‘Il Corriere della Sera’, la farsa termina nell’estate del 2021, quando Minucci, di fronte a continue richieste di denaro e ai ritardi nella pubblicazione del libro, decide di interrompere la relazione e presentare una denuncia. Da qui partono le indagini, che hanno poi portato al processo che si è aperto qualche giorno fa.

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