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Cinema Spettacolo

Tornatore: “Il Camorrista? Feci anche una serie, mai trasmessa, ma ora… Nuovo Cinema Paradiso fu un azzardo”

Tornatore: “Il Camorrista? Feci anche una serie, mai trasmessa, ma ora… Nuovo Cinema Paradiso fu un azzardo”. Giuseppe Tornatore su ‘Il Camorrista’, ‘Nuovo Cinema Paradiso’ e non solo, il regista siciliano, 67 anni, si racconta a cuore aperto in una intervista a ‘Il Giornale’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Perché si ritiene il traditore di se stesso?
«Ho sempre avuto il complesso dell’opera prima. E ultima» […] «Negli anni dei miei esordi ricordo molti film di colleghi al debutto che, per mancanza di riscontro di pubblico, non avevano un seguito. E l’opera prima restava anche l’ultima».

[…] Invece
«Eccomi qui a scoprire la continuità che non credevo di avere».

Faccia un esempio.
«Mi ero sempre detto di voler evitare film personali e privilegiare opere oggettive».

E «Il camorrista» era in linea con questo pensiero.
«Appunto. Poi però è venuto Nuovo cinema paradiso».

Cioè un capolavoro.
«Ma era il film personale che volevo rinviare».

In che senso?
«Pensavo di farlo come quarto o quinto, per avere più esperienza. È stato un azzardo».

Un successo più che un azzardo.
«Pensi che all’inizio non fu applaudito. Lo giudicarono lungo e prolisso. Ho deciso di tagliarlo di una decina di minuti ma abbiamo dovuto aspettare il passaggio a Cannes perché fosse capito».

[…] Raccontava il suo passato di proiezionista al cinema di Bagheria.
«E ci tenevo talmente tanto che rinunciai perfino a tutti i miei compensi. Mi bastava farlo. Se questo non è stato un tradimento dei miei propositi».

Poi qualcosa guadagnò.
«Franco Cristaldi, mio produttore di allora, rimase sbigottito e nel contratto dispose una piccola partecipazione ad eventuali utili per me. Il film fu un successo e recuperai ciò cui avevo rinunciato».

Tornatore: “Il Camorrista? Feci anche una serie, mai trasmessa, ma ora è saltata fuori”

E arrivò l’Oscar.
«Che quella sera strappai di mano proprio a Cristaldi (ride)».

[…] Che sensazione ricorda di quella sera a Los Angeles?
«Fu come fare la prima comunione che non ho mai ricevuto».

Niente sacramenti per lei?
«Non fu una scelta ideologica. Mio padre era un anticlericale che militava nel Pci, mia madre e mia nonna erano molto religiose».

[…] Nozze civili, forse.
«Ah sì, certo. Io e mia moglie convivevamo già da tempo, lei mi convinse e io posi una sola condizione: che non ci fosse nessuno».

A parte i testimoni, ovviamente.
«Esatto, due soli. Ennio Morricone e gentile signora».

[…] È il film che le è costato di più come emozione?
«Ognuno mi ha regalato qualcosa. Il camorrista fu l’esordio. La notte precedente al primo ciak non chiusi occhio».

Ma è vero che all’epoca lei girò pure una serie tv che non andò mai in onda?
«Verissimo. Aveva lo stesso cast e i medesimi protagonisti. Non fu mai trasmessa perché il film ebbe disavventure giudiziarie e i produttori decisero di non voler correre altri rischi. Ora è riemersa dai cassetti e presto apparirà ma non so ancora bene dove. Ero in anticipo sui tempi».

E fu tra i primi film di Reteitalia di un rampante Silvio Berlusconi. Che rapporti aveva con lui?
«Non ci siamo mai conosciuti di persona. Ma tengo a dire che è stato corretto e non ha mai fatto pressioni o critiche. Nemmeno quando Medusa produsse Baaria».

Si disse che era comunista.
«Si dissero tante cose non vere. A cominciare da questa e dagli strali di Berlusconi. Tutte falsità. In Baaria avevo ricostruito il mio quartiere settant’anni dopo, in modo pignolo e puntiglioso».

[…] Domandona delle cento pistole: prossimi progetti?
«Ne ho un paio in cantiere ma non ne parlo. Porta troppa sfortuna».

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