L’Amerigo Vespucci: il vanto del mare costruito a Castellammare di Stabia, dove l’eccellenza navale ha radici borboniche. L’amerigo Vespucci è approdata a Napoli lo scorso lunedì, 12 maggio, dopo tre anni, per restare a disposizione del pubblico per quattro giorni. Per l’occasione nell’area della stazione marittima e stato allestito il “Villaggio IN Italia”.
Lo spazio ha offerto ai visitatori un’esperienza immersiva, permettendo di rivivere il racconto dei due anni di esplorazione della nave attraverso contenuti esclusivi e una serie di incontri e attività culturali, punti di ristoro e “merchandising”. Sono state numerose le visite a bordo, completamente gratuite, anche se solo sulle aree esterne della nave,, della durata di circa 25/30 minuti. Inoltre, l’equipaggio ha risposto a tutte le curiosità dei visitatori.
Ma veniamo alla storia di quella che è considerata una delle imbarcazioni più belle e famose al mondo, che spicca per eleganza, storia e fascino senza tempo. L’Amerigo Vespucci è infatti il più celebre veliero della Marina Militare Italiana. Questa nave-scuola non è soltanto un’icona della marineria, ma un vero simbolo del made in Italy sul mare. Dietro il suo nome si cela una storia straordinaria che inizia in un luogo d’eccellenza: Castellammare di Stabia, città campana dalla lunga tradizione cantieristica, culla di competenze navali tramandate da secoli.
Il varo
L’Amerigo Vespucci fu varato il 22 febbraio 1931 proprio presso i Cantieri Navali di Castellammare di Stabia, uno dei siti storici della costruzione navale italiana, la cui fondazione risale all’epoca borbonica. I Borbone di Napoli, infatti, furono pionieri nel promuovere lo sviluppo della marineria nel Regno delle Due Sicilie, realizzando a Castellammare un complesso di cantieri moderni, all’avanguardia per l’epoca, che permisero la nascita di un’industria navale solida e raffinata.
Quel patrimonio di sapere artigianale e ingegneristico è rimasto intatto nel tempo e ha trovato piena espressione nella costruzione dell’Amerigo Vespucci, ancora oggi ammirata per la sua perfezione tecnica ed estetica.
Progettato dal tenente colonnello del Genio Navale Francesco Rotundi, l’Amerigo Vespucci è ispirato alle navi del XIX secolo, e in particolare alle fregate a vela. Lunga 101 metri (a cui si aggiungono 54 metri di bompresso), con un dislocamento di circa 4.100 tonnellate, la nave si presenta con tre alberi verticali e oltre 2.600 metri quadrati di superficie velica. Ogni dettaglio, dalla livrea nera con fregi bianchi e oro all’imponente polena raffigurante il volto dell’esploratore Vespucci, comunica prestigio e identità.
Utilizzata come nave-scuola, l’Amerigo Vespucci ha formato generazioni di ufficiali della Marina Militare Italiana. Il suo motto, “Non chi comincia ma quel che persevera”, campeggia con fierezza sulla poppa, a ricordare i valori della disciplina, dell’impegno e del sacrificio che la vita sul mare richiede. La nave compie regolarmente campagne addestrative in tutto il mondo, portando con sé la bandiera tricolore e rappresentando l’Italia nei più importanti eventi nautici internazionali.
L’episodio del 2962
Nel corso dei decenni, l’Amerigo Vespucci ha visitato porti in tutti i continenti, ricevendo ovunque un’accoglienza calorosa. Celebre l’episodio del 1962, quando, incrociando una portaerei americana nel Mediterraneo, l’ufficiale statunitense segnalò: “Siete la nave più bella del mondo.” Una frase che da allora accompagna la leggenda di questo vascello unico.
Le immagini che pubblichiamo in questo servizio, scattate dal nostro inviato Bruno Fontanarosa, testimoniano l’imponenza e il fascino della nave, immortalata dal vivo. I dettagli dell’attrezzatura velica, il lavoro sincronizzato dell’equipaggio, ogni scatto racconta una storia di precisione, tradizione e orgoglio.
Oggi, mentre l’Amerigo Vespucci si appresta a navigare nuove rotte anche nell’ambito delle missioni culturali e diplomatiche, è doveroso ricordare il luogo in cui ha preso forma. Castellammare di Stabia, con i suoi cantieri storici voluti dai Borbone, resta una pietra miliare della cantieristica italiana. Qui, dove il legno e il ferro sono da sempre piegati dall’ingegno umano, è nata una delle navi più amate al mondo.
Questo legame tra passato e presente, tra artigianato e innovazione, tra orgoglio locale e riconoscimento internazionale, fa dell’Amerigo Vespucci non solo una nave, ma un vero e proprio ambasciatore galleggiante della storia di queste officine e delle proprie radici.
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