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Annalisa: “Io nuda? È stato di grande aiuto. C’è una cosa che mi spaventa di più tutte”

Annalisa: “Io nuda? È stato di grande aiuto. C’è una cosa che mi spaventa di più tutte”. La cantautrice ligure, 36 anni, si racconta a cuore aperto tra sicurezze e fragilità, in una intervista rilasciata ai microfoni di ‘Vanity Fair’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

È sempre stata aperta agli stimoli?
«Sì. Sarà che sono curiosa e che sento l’esigenza di non essere mai uguale a me stessa. Voglio ampliare le prospettive continuamente». 

Un’apertura graduale che, quest’anno, l’ha portata a «denudarsi».
«Liberarsi dai filtri e dalle paranoie caratteriali è stato di grande aiuto. La svolta è partita con Bye Bye e si è concretizzata con Nuda10, in cui ho chiarito di non avere bisogno di costruire nessuno un personaggio. Porto semplicemente me stessa di fronte a tutti». 

Soprattutto durante l’adolescenza, capita di costruirsi un’identità alternativa per piacere agli altri. A lei è successo?
«Succede un po’ a tutti. Individui dei modelli e, in qualche modo, provi a inserirti in un filone. Quando ti sforzi di essere quello che non sei, però, le persone lo percepiscono subito, e tu non la vivi bene. Penso che ognuno abbia il suo modo di portare il proprio universo artistico sul palco. Il mio è non avere costruzioni, essere la stessa persona che sono a casa».

Le fragilità sono ancora tutte lì?
«Me le porto sempre dietro. La vera liberazione è prendere atto che sono lì con noi e non sloggeranno tanto presto. Quando ci rendiamo conto che è una cosa comune a tutti, è molto facile che la gente possa rivedersi in te. È lì che queste fragilità diventano anche la mia forza».

Annalisa: “Io nuda? È stato di grande aiuto”

Ha parlato spesso di insicurezza. Da dove deriva?
«Quando ero ragazzina ero molto più sicura di adesso. Crescendo e aprendomi a nuove realtà, le sicurezze sono crollate. Non lo vivo, però, come un limite: devo molto alla mia insicurezza perché mi permette di non stare mai tranquilla. Mi porta sempre a confrontarmi con gli altri per capire la strada giusta da prendere».

[…] Ha detto che la musica la fa sentire meno sola: come affronta la solitudine?
«Ho un rapporto ambivalente con la solitudine: a volte ne ho bisogno, e altre volte sento la necessità di sentirmi compresa e di condividere un certo tipo di emozioni e di esperienze».

Come reagisce quando non si sente compresa?
«È una delle cose che mi spaventa di più. Essendo un’artista che fa musica per risolversi, mi disturba che chi mi segue abbia di me un concetto parziale. Vorrei provare ad abbracciare tutti e a farmi abbracciare per quella che sono davvero». 

[…] In questo senso, l’affossamento del Ddl Zan in Senato cosa ha significato?
«La perdita di un’occasione. Sarebbe stato un primo passo verso una visione più fedele alla realtà che viviamo ogni giorno. Spero che, in futuro, ci sia modo di ritornare su questi passi, perché ne abbiamo un grande bisogno».

In Eva+Eva, a un certo punto, canta: «Mi puoi dare tutto, ma non quello che mi manca». Cosa le manca?
«Mi manca un sacco di strada da fare. Non mi sento per niente arrivata, sono felice delle cose che ho fatto, ma sento di doverne fare ancora».

 

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