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Enzo Paci: “Bacigalupo? Ho costruito il personaggio con un sistema. Da piccolo per farmi accettare facevo il buffone”

Enzo Paci: “Bacigalupo? Ho costruito il personaggio con un sistema. Da piccolo per farmi accettare facevo il buffone”. Enzo Paci su Bacigalupo, l’attore e comico genovese si racconta ripercorrendo le tappe della sua vita privata e professionale in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Enzo, in tv la conoscevamo come comico di “Buona la prima!”, “Colorado”, “Zelig”. Poi la ritroviamo in una fiction di prima serata con un ruolo serio…
«A teatro, dove mi sono formato, ho interpretato ruoli drammatici. Ma la comicità è dentro di me. La adoro perché è il mio linguaggio naturale».

Il commissario annusa le sigarette senza fumarle, ha una dipendenza da bibite e dolci. Per interpretarlo ha attinto a uno dei suoi personaggi comici?
«Ho costruito il commissario Bacigalupo scavando nei ricordi dell’infanzia nel negozio di frutta dei miei genitori. Crescendo lì, e lavorandoci anche, ho potuto conoscere la “genovesità”. Il commissario rappresenta questa città, basta vedere il cognome. In alcuni tratti mi ci rivedo pure io, da genovese doc quale sono».

In che cosa si riconosce?
«Sono un ex fumatore da 40 sigarette al giorno, che ho sostituito con caramelle e cioccolatini. Come lui, amo riempirmi di zuccheri. Un aspetto che ci divide è che lui è ingombrante mentre io nella vita di tutti i giorni sono silenzioso. A casa io e mia moglie siamo tranquillissimi, siamo quelli delle tisane… Però devo ammettere che a tratti anch’io sono ansioso. Sa, la carriera che ho scelto non è la più semplice. Questo è un mestiere in cui si vive di alti e bassi».

Enzo Paci: “Bacigalupo? Ho costruito il personaggio con un sistema”

Il commissario è un po’ aggressivo verso Blanca e la sua disabilità.
«Lui è la vera barriera architettonica di Blanca all’interno del commissariato. Ma c’è da dire che la rimprovera per i suoi errori come farebbe verso chiunque. Le persone affette da disabilità sono un inno alla normalità e alla vita, non hanno bisogno di pietismo».

Lei si è mai sentito aggredito in qualche circostanza?
«Quando ero bambino. Ma per farmi accettare facevo il buffone. Fare ridere è una preziosa arma di autodifesa. “Sono ciccione” lo dicevo prima che potessero farlo gli altri: l’autoironia è salvifica in molti contesti. Sono rotondetto ma quando sono uscito dall’Accademia ero un attore giovane, magro e basso (sorride). Però io ho avuto sempre una persona che mi ha riempito di complimenti».

La mamma?
«Sì. Lei è originaria di Caserta e anche quando mi ha visto in “Blanca”, la prima cosa che mi ha detto è stata: “Quanto sei bello a mamma”. E poi mia sorella Cristina è mia fan da sempre, come mia moglie Romina Uguzzoni, la donna più importante della mia vita. Stiamo insieme da dieci anni, siamo una coppia particolare, io comico e lei ballerina di tip-tap».

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