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Spettacolo

Gazebo: “I like Chopin? Dopo 40 anni è del pubblico. Un aspetto mi rende felice. Oggi ho un sogno…”

Gazebo: “I like Chopin? Dopo 40 anni è del pubblico. Un aspetto mi rende felice. Oggi ho un sogno…“. Gazebo su I like Chopin e non solo, Paul Mazzolini parla della canzone pop simbolo del new romantic anni Ottanta e si racconta in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Quarant’anni fa usciva “I like Chopin”: si è mai stancato di cantarla? Per lei oggi è un tormento o semplicemente una hit di successo che reclama il pubblico?
«Certo cantare I Like Chopin per 40 anni non è come cantarla le prime volte mentre nasce in studio: quello è un momento unico dove senti che sta nascendo qualcosa che ti rappresenta e ti emoziona. Oggi forse questo brano appartiene al pubblico che ogni volta si emoziona e si identifica .. questo mi rende felice».

[…] Cosa le scrivevano le fan negli anni 80 e cosa le scrivono oggi?
«Chiaramente le fan allora erano giovani come il sottoscritto d’altronde, i messaggi erano lettere d’amore di adolescenti verso un idolo, oggi i messaggi sono decisamente più orientati verso un connessione tra amici, i social hanno permesso una comunicazione più diretta e anche se alla base erano fan innamorate oggi sono amiche che portano ai concerti i propri mariti o compagni, siamo una comitiva insomma»

La sua immagine è sempre stata legata all’eleganza: era una sorta di principe azzurro della pop music in blazer e cravatta. La rispecchiava questa immagine?
«Io interpretavo i personaggi delle mie canzoni, avevo tuxedo e gel sui capelli per Masterpiece che era ambientato nella Hollywood degli anni 50, un look più romantico per I Like Chopin, mi travestivo da vecchio mago in Lunatic e persino in un agente delle CIA in Telephone Mama .. chiaramente le sonorità di Masterpiece erano legate a quelle dell’ondata new romantics che stava esplodendo in Gran Bretagna con esponenti come i Duran Duran, gli Spandau Ballet ecc. Inoltre gli anni Ottanta avevano riscoperto l’eleganza minimale di Armani e Versace .. tutto combaciava».

Gazebo: “I like Chopin? Dopo 40 anni un aspetto mi rende felice”

Cosa fa oggi Gazebo?
«L’dea è di lanciare Borgo Melograno che è un agriturismo che ho acquistato in Toscana vicino a Chiusi, un vecchio sogno».

Gli anni 80 cosa rappresentano per lei? E cosa cerca chi viene a serate revival che li celebra?
«Per me sono stati gli anni esuberanti del successo! Avere successo al primo disco ed avere solo 22 anni non era male all’epoca. In generale gli anni Ottanta sono percepiti come un decennio spensierato e coloro che erano adolescenti all’epoca e che sono la maggioranza del mio pubblico cercano proprio questo, bei ricordi e spensieratezza, ogni tanto vedo delle lacrime sui volti nel pubblico».

E’ rimasto in contatto con altri cantanti di quegli anni?
«Si certo ogni tanto ci si incrocia nei backstage. Nomi? Tony Hadley, Marian dei Alphaville, FR David, Opus, Johnson Righeira»

La chiamano italo-disco, ma avevate tutti nomi stranieri…
«Per Masterpiece (che è considerato il primo brano di “italo disco”) dovetti scegliere un nome straniero perché dal mio avrebbero capito che era un prodotto Italiano, il provincialismo dilagava e i media e i deejay avrebbero boicottato se avessero saputo che era Italiano, siccome sono di madrelingua Inglese, bluffai e feci credere che era un prodotto inglese, la cosa ha funzionato e sono cominciati a proliferare nomi inglesi dietro a prodotti dance Italiani. Diventò una moda e succedeva che persino il cantante non fosse nemmeno colui che aveva cantato sul disco!».

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