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Spettacolo

Achille Lauro: “Il mio nuovo album spariglierà le carte. Concertone? Per me più importante per un motivo”

Achille Lauro: “Il mio nuovo album spariglierà le carte. Concertone? Per me più importante per un motivo”. Achille Lauro sul nuovo album, il Concertone del 1 maggio, e non solo, il cantautore veronese, 33 anni, parla alla vigilia dei nuovi impegni, in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

È la sua terza volta al Concertone che quest’anno trasloca da piazza San Giovanni al Circo Massimo.
«Nel 2018 arrivavo dal mondo urban e mi sono ritrovato nel mainstream. Ho cantato La bella e la bestia, piano e voce, uno dei momenti di punta della mia carriera. Nel 2019 è stato l’anno di Rolls Royce. Pazzesco, io con una superband e un fiume di gente».

C’è anche andato poco più che adolescente per smontare il palco.
«Vero, ho fatto il facchino. Non dimentico che è la Festa dei Lavoratori. Per me è una questione seria perché vengo da un mondo dove la gente si spacca la schiena e deve far valere i propri diritti. Su quel palco non ci vado per farmi vedere, ma per portare un messaggio».

Cosa farà?
«Sto costruendo l’esibizione su chi sono oggi. Io e il mio team eravamo novellini, rockstar appena nate, adesso siamo abbastanza scafati. Cercherò di far convivere le mie due anime: canzoni d’impatto e sperimentazione. Con me ci sarà Boss Doms e una nuova squadra, in attesa del tour estivo, e dei live “Ragazzi Madre- Iliade” a ottobre nei palazzetti di Milano e Roma».

«Iliade» è anche il nome che ha scelto per il suo doc su Prime Video.
«I poemi omerici e la mitologia sono presenti nel mio percorso che ho sempre visto un po’ come una battaglia. Sono partito dal nulla, dalla periferia romana, come ragazzo-madre di amici e figli di nessuno e arrivato sui palchi più prestigiosi. È stato un onore».

Achille Lauro: “Il mio nuovo album spariglierà le carte”

Ha passato tre mesi fra New York e Los Angeles.
«Pazzesco. Ho preso casa a Beverly Hills. Ho incontrato i produttori di Drake e Kanye West, fotografi, creativi. Mi sono confrontato con un mercato che non mi conosce e sentirmi nessuno mi ha fatto venire voglia di sognare ancora più in grande. Ho scritto tante canzoni, di tutti i tipi».

Negli Usa ha incontrato anche Tiziano Ferro, Vasco Rossi, Jovanotti.
«Ho avuto la fortuna di passare serate con grandi artisti. Sì, abbiamo parlato di canzoni, però a me interessa creare un rapporto. Sono stato a casa di Vasco a Los Angeles, è stato bellissimo, un film. Tra di noi ci sono dei punti di incontro che vanno oltre la musica».

Quali?
«Siamo imprevedibili, fuori controllo, ce ne freghiamo delle aspettative della gente».

E Jovanotti?
«Come Vasco, è un grande comunicatore. Le sue scelte sono innovative, come il Jova Beach Party. Ha creato intorno a sé una specie di tribù che vive tutto l’evento, non solo le canzoni. È lo sciamano del suo villaggio».

A quando il nuovo album?
«Il mio capolavoro personale, detto senza presunzione, ha bisogno di tempo, spariglierà le carte. Ma non escludo uscite singole. Non ho intenzione di rimanere imprigionato nel luogo comune della musica che il mercato si aspetta da me. Mi è sempre piaciuto stare nell’acqua dove non tocco e continuerò a farlo. A volte le persone quando raggiungono un certo livello si fanno manipolare dal mercato e si piegano alle sue regole. In questi mesi ho capito che le regole ce le siamo inventate noi».

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