Evelina Christillin: “Lapo? Con una frase ha scatenato i tifosi contro di me. Io tradita ma ho reso pan per focaccia”. Evelina Christillin su Lapo, il rapporto con il marito, la sciata con Putin, e non solo. La manager torinese, 68 anni, ripercorre le tappe più significative della sua vita in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Il 4 aprile si conclude la sua esperienza con FIFA e UEFA. Quando le viene chiesto perché non si sia ricandidata, spiega: «Avrei potuto fare un terzo mandato, ma sto diventando troppo vecchia e poi ho avuto un tumore alla tiroide che mi ha spinto a rallentare». Nella decisione di dimettersi alla scadenza, ha influito anche la vicenda della Superlega e il ruolo della famiglia Agnelli. Ammette infatti: «Non lo nego. La vicenda della Superlega è stata molto dolorosa per me».
Nell’era dove tutti vogliono fare un terzo mandato, lei commenta con un aneddoto: «De Luca alla presentazione del Salone del Libro ha citato Montale a memoria: solo per quello glielo farei fare». Per quanto riguarda Zaia, esprime un’opinione favorevole alla sua eventuale riconferma: «Se le persone governano bene, perché no? L’importante è non aver costruito una personale satrapia. Ma Zaia è amato, lo stesso Fedriga: hanno governato benissimo».
Evelina Christillin: “Lapo? Con una frase ha scatenato i tifosi contro di me”
Il rapporto con la famiglia Agnelli non è stato privo di momenti difficili. Lapo Elkann, in un attacco molto duro, l’aveva definita «grottesca, senz’anima e senza dignità, un’arrampicatrice sociale». Ricorda le conseguenze di quelle parole: «Quella frase ha scatenato reazioni molto aggressive da parte dei tifosi. Per tre mesi mi sono dovuta far scortare. Non potevo più mettere piede allo stadio. Ci sono rimasta male: io Lapo l’ho tenuto in braccio appena nato; andavo a prenderlo al catechismo russo, a Parigi, facendolo uscire prima di nascosto per comprargli un gelato».
A proposito di politica, le viene chiesto un parere sulle vicende della ministra del Turismo e se dovrebbe dimettersi. Risponde con fermezza: «Io l’avrei fatto, per una questione di opportunità: un conto sono le sue aziende, un conto è se ti indagano per truffa ai danni dello Stato». E se le fosse stato offerto un incarico da ministro? Non ha dubbi: «Se me lo avesse chiesto Draghi, sarei andata di corsa. Ci conosciamo da anni, è molto amico di mio marito».
Evelina Christillin: “Io tradita ma ho reso pan per focaccia”
In un’intervista al “Corriere di Torino” aveva paragonato il matrimonio a una ditta. Spiega meglio il suo punto di vista: «La passione giovanile è un’altra cosa. Ora amarsi significa darsi una mano, non dover mai spiegare niente, avere obiettivi comuni, le stesse possibilità finanziarie. Non siamo la coppia perfetta, ma siamo qui, dopo 45 anni». Riguardo al tema dei tradimenti, risponde con franchezza: «Sì, ma con grande rispetto, senza essere sfacciati. Io gli ho reso pan per focaccia».
Parlando della loro figlia, racconta le difficoltà di conciliare il lavoro con la famiglia: «Con due genitori così tanto impegnati non è stato facile per Virginia. Poi, quando era piccolissima, io ho avuto una malattia micidiale e lei è stata affidata alla nonna materna. È stata una ragazzina buonissima fino ai 12-13 anni, poi pestifera, ma in senso buono».
Non ha avuto altri figli e spiega il motivo: «Quando è nata Virginia ho avuto una setticemia spaventosa. Mi avevano fatto il cesareo e forse la sala parto non era completamente asettica. Poi, quando magari ci avrei ripensato, mi sono ammalata».
Evelina Christillin: “Leucemia? Mi licenziai per curarmi”
All’età di trent’anni si ammalò di leucemia mentre lavorava nell’ufficio stampa della Fiat. Decise di licenziarsi per una ragione precisa: «Non sapevo come sarebbe andata a finire. Era una cosa lunga, e non è che occupassi una posizione di rilievo: avevo cominciato da sguattera».
Il suo rapporto con la famiglia Agnelli le ha permesso di frequentare personalità di spicco. Ricorda chi incontrava nelle loro case: «Poteva capitare di trovarci Margaret d’Inghilterra o Lord Somerset, che veniva a sciare con noi in elicottero sul Cervino. E siccome non era tanto capace, l’Avvocato si divertiva a lasciarlo nella nebbia. E poi Pavarotti, Eric Hobsbawm, Pamela Churchill, Edward Kennedy. Io stavo zitta, guardavo e ascoltavo. Purtroppo non ho visto Fidel Castro: era andato nella casa di Roma».
Ha invece incontrato Vladimir Putin e persino sciato con lui. Racconta l’episodio: «Sì, ai campionati mondiali a Sankt Anton, in Austria. Ci avvicinammo a Zurbriggen e ci dissero che c’era un signore che voleva salutarci. Era Putin: voleva presentare la candidatura di Sochi; avevamo appena vinto per Torino. Parlava tedesco perfettamente e sciava bene. L’ho rivisto un paio di volte: motivi sportivi».
Riguardo a Gianni Agnelli, lo descrive così: «Una via di mezzo tra un maestro e un amico. Un mentore, anche, ma non avrebbe apprezzato la definizione. Molto di quello che sono riuscita a fare nel mondo dello sport è merito suo». Infine, riflette sull’accusa più ingiusta che le sia mai stata rivolta. Oltre a quella di essere un’ingrata, ricorda un episodio spiacevole: «Quando un settimanale scrisse che per ingraziarmi i giornalisti facevo regali. È l’unica volta che ho fatto causa a un giornale».
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