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Salute

Scoperta l’età in cui inizia il declino cognitivo: prima di quanto si pensi, ma c’è un rimedio

Scoperta l’età in cui inizia il declino cognitivo: prima di quanto si pensi, ma c’è un rimedio. Il cervello invecchia prima di quanto la scienza avesse immaginato. Grazie a uno studio condotto da neuroscienziati irlandesi dell’Università del College di Cork, pubblicato lo scorso martedì 19 marzo, è staa scoperta l’età in cui inizia il declino cognitivo, ovvero già a 40 anni.

Pubblicata sulla rivista scientifica *Trends in Neurosciences*, la ricerca mostra che l’arrivo della mezza età (che si verifica tra i 40 e i 60 anni) dovrebbe essere considerato come l’inizio dell’invecchiamento cerebrale. Lo studio suggerisce che gli studi sulla demenza, così come vengono condotti attualmente, potrebbero non essere altrettanto efficaci, poiché selezionano il loro campione tra le persone anziane, quando il declino è già iniziato.

Dopo i 40 anni, secondo lo studio irlandese, la capacità di generare nuovi ricordi e di apprendere si riduce. Si osserva anche una diminuzione della connettività tra le diverse parti del cervello che consente all’organo di funzionare come una rete.

“A partire dai 40 o 50 anni, l’orologio del cervello inizia ad accelerare. Sebbene questo cambiamento sia inizialmente impercettibile, colpisce diverse strutture del cervello. L’ippocampo, un’area critica per la formazione di nuovi ricordi, è uno di questi”, affermano i neurologi Sebastian Dohm-Hansen Allard e Yvonne Nolan in un articolo pubblicato sul sito di divulgazione scientifica *The Conversation*.

Lo studio

Lo studio si basava sulla revisione di diversi studi sui marcatori dell’invecchiamento nel cervello e in altri organi che potrebbero indicare una fase iniziale per la comparsa di segni di declino cognitivo. I ricercatori suggeriscono che una spiegazione dell’invecchiamento cerebrale risiede nei cambiamenti nell’espressione genetica che compaiono con la mezza età.

Quando raggiungiamo i 40/50 anni, il sistema immunitario inizia a perdere efficienza e a manifestare espressioni genetiche che erano dormienti nel nostro DNA fin dalla nascita. Queste finiscono per riemergere a causa delle successive riproduzioni cellulari che si verificano nel corso degli anni.

Questi cambiamenti facilitano la comparsa di molecole infiammatorie, che vengono trasportate al cervello dal flusso sanguigno. Lì si accumulano e iniziano a interferire con le prestazioni dell’organo. I ricercatori indicano alcuni modi per ritardare il declino cognitivo. Il principale è l’esercizio fisico, che stimola il buon funzionamento del sistema immunitario.

“L’attività fisica riduce i marcatori infiammatori nel sangue e questi possono contrastare gli effetti del tempo, stabilizzando in qualche modo l’avanzamento accelerato dell’orologio dopo i 40 anni”, concludono gli scienziati.

Gli esercizi aerobici (basati sullo sforzo fisico, come la corsa, ad esempio) sono i più consigliati perché accelerano la frequenza cardiaca, riducendo l’infiammazione. Secondo lo studio, chi pratica questo tipo di attività riesce a mantenere più a lungo l’integrità fisica della sostanza bianca del cervello (la parte più interna dell’organo). Tuttavia, i ricercatori sottolineano che sono necessarie ulteriori ricerche per determinare quanto esercizio fisico sia sufficiente per rallentare il processo.

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